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I progetti personali di Justin Broderick hanno sempre a che fare con Dio. Prima i Godflesh, ma la provocazione era nettamente più odiosa. Ora Jesu, a cui manca una s per diventare Jesus. La denominazione diventa però meno ribelle, vista la crisi di nervi che ha posseduto il nostro autore tra un nome d'arte e l'altro. La sintesi è una disperata cattedrale sventrata in un sito industriale. Disperazione e speranza, affermata attraverso l'arresa al divino o mediante la sua insostenibile assenza. Insomma, san Paolo in preda alla visione, magari di una eclissi divina.
Comunque.
Heart ache and dethroned, oltre ad essere cronologicamente recente (2010), raccoglie il primo e l'ultimo EP pubblicato da Jesu. Una sintesi di 6 pezzi, notevole, non rivoluzionaria, ma tenendo conto dell'arco temporale che testimonia, imprescindibile documento del futuro psicofarmacologico della musica industriale.