martedì 30 agosto 2011

STEED LORD - heart II heart

Ecco un gruppo così non sarebbe mai dovuto finire su musichaikus. Il perchè invece sia qui è una tshirt. Mi sono comprato una maglietta fantastica in un negozietto molto cool, che vende cose in salsa hip hop, electroclash, newrave. La tshirt è nera, con un minerale gigante dai colori sulfurei al centro e la scritta STEED LORD, nei medesimi colori, sotto la roccia. C'è una etichetta in fondo alla tshirt che descrive l'immagine. Si tratta di una pietra feticcio che appunto gli STEED LORD osservano come loro prisma filosofale, la cui presenza tra i musicisti risale a vicende familiari antecedenti. Comunque la maglietta è bella per me, ma pensavo che STEED LORD fosse una maison di alta sartoria. Invece. Sono un gruppo islandese di electroclash e mi stanno prendendo la testa. Musicalmente non sono niente di speciale. Solo che dopo averli ascoltati e soprattutto visti nei loro video, capisci a chi deve qualcosa e più di qualcosa Lady Gaga. Fatevi un giro, magari vi interessa...ecco il loro bandcamp.

giovedì 11 agosto 2011

MATCHING MOLE - s/t

Rieccomi. Scusate la pigrizia. Ci sono stati tutta una serie di problemi da risolvere e le cose veramente importanti, tra cui questo blog, mi sono un po' sfuggite di mano.
Matching mole, ovvero macchina molle, ovvero Soft Machine. Il gioco di parole è facile, meno facile quando di mezzo c'è quel bastardo di Robert Wyatt.
Disco imprescindibile degli anni settanta, almeno per gli amanti della sperimentazione musicale. E di disco sperimentale pare non si tratti,ascoltando l'iniziale O Caroline. Una delle canzoni della mia personale educazione sentimentale degli ultimi dieci anni. Poi parte Instant Pussy, a cancellare qualsiasi cosa abbiano detto i Tortoise nelle parti più intimistiche di Millions now living will never die. Forse esagero, ma qui c'è gia molto dei successivi quaranta anni a venire. Ovviamente colpisce/ scolpisce la voce di Wyatt, con la sua voce strumento ad arieggiare sopra il basso di MacCormick. E ancora rimane intimistica la prestazione dei nostri in Signed Curtain; poi comincia lentamente ad evolvere verso il progressive in Part of the dance. Tuttavia non si tratta di musica perfettamente allineata con i canoni dell'epoca. C'è quella morbidezza di fondo in tutto il suono, che senza essere ovattato è etereo, assolutamente rievocata nella musica di un paio di decenni dopo (diciamo dopo il mani pulite del grunge).
L'album è insomma per me perfettamente moderno, ancora parzialmente digerito. Basta ascoltare, ed è l'ultima che cito, Immediate curtain. I vostri pesci rossi, l'LSD, la paura, una ballerina del cinema muto.
Lo trovate qui.