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L'haiku è per M., S., N., con cui trascorsi quella magica serata a sentire i Quartet West dal vivo. Ernie Watts al sax, davanti a tutti, con il suo ascott al collo. Alan Broadband, mezzo di schiena al pubblico, al pianoforte. Sulla destra innanzi a tutti il taurino Larance Marable alla batteria. Dietro al plexiglass, a causa dei suoi problemi d'udito, sullo sfondo, Charlie Haden al suo contrabbasso. Ricordo come fosse ieri che non riuscivo a stare fermo, mi dimenavo...come sempre ai concerti jazz. Ricordo l'assolo di batteria di 15 minuti e Charlie Haden che si mette a pulire il vetro di protezione con il fazzoletto, alitando qui e lì, mentre quello letteralmente inceneriva di classe i tamburi. Ricordo Charlie Haden che fa cenno al batterista di smettere e quello rispondere con un gesto gutturale tipo NITCH! per dire no...l'assolo dura ancora qualche minuto. Poi Marable fa cenno a tutti. Il pezzo riparte da dove era stato interrotto. Cose grandi.
Il Quartet West è una creatura romantica di Haden. Jazz elegante come il reggicalze di Rita Hayworth, per amanti di Casablanca, del labbro semi-paralizzato di Bogart con la sigaretta a penzoloni ed il whisky di contrabbando con il ghiaccio.
Always say goodbye è un disco stupendo, una ideale colonna sonora ad un film noir degli anni '30. Senza tempo, come certo cinema.
Lo trovate
qui .
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