lunedì 28 marzo 2011

BEEHOOVER - Concrete Catalyst

Una tavolozza di colori decisamente limitata non necessariamente impoverisce un quadro. Dipende dalle capacità del pittore. Ascoltare i teutonici Beehoover conferma questo semplice assunto. Bianco e nero, basso e batteria, per un album che assomiglia ad una opera di Escher.
Siamo in ambito stoner/ doom, con vene psichedeliche, unite ad un amore tutto tedesco per i meccanismi e gli incastri. Schiaccianti come un caterpillar, i nostri assemblano un album pieno di fenomenali e violentissime bordate, inframmezzate da pause di riflessione magmatica. Uno scontro tra lottatori di sumo: peso, potenza, precisione.
Quanto al suono di basso. Ho contattato Ingmar, il bassista, via email, incuriosito dal suo suono. Il buon Ingmar non è stato reticente e mi ha svelato i suoi segreti (dai pedali alle corde)…ma non credo che la medesima dotazione di armi da fuoco, mi renderebbe un cecchino della sua specie.
Ultimo. Ho provato a chiamare locali in giro per portarli in Italia, ma nulla di fatto. Se vi piacciono fatevi promotori del loro nome e scrivetemi.

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