martedì 22 marzo 2011

SMOG - The doctor came at dawn

Si potrebbe liquidare Billy Callahan come uno che non sa suonare. Probabile che sia anche vero. Probabile che i suoi suoni non siano altro che l’esito di una ferrea volontà di produrre comunque la propria musica, connessa ad una insopprimibile pigrizia nell’affrontare studi musicali seri.
Eppure.
La musica di Smog è vuota, dolente, ti costringe all’ascolto. Ti rompe le palle cantando svogliato di cose passate o di cose che non sono più quelle di prima, o di vicende infelici. Comunque che classe! Sembra di sentire la colonna sonora di una fiaba con al centro la figura di un principe infelice, solo che la fiaba non finisce, non evolve neppure. C’è il principe infelice nel suo scranno e fuori dal palazzo una terribile nube di smog che nessuno riesce a disperdere.
Tra i pezzi, abitati tutti da fantasmi, mi sembrano di particolare pregio l’iniziale You moved in, con i suoi archi dolenti, All your woman things per il testo – una sorta di descrizione postuma di una relazione sentimentale, illustrata con distacco alcolico -, Four hearts in a can, che si apre bucolica con la chitarra arpeggiata lenta per poi drammatizzarsi sulla fuga dei nostri da chissà cosa, e la finale stupenda Hangman Blues, per sola voce,cassa di batteria e forse un accordo. Sull'orlo della depressione, ma con stile.

Nessun commento:

Posta un commento